Il cantante Nek e la sua esperienza missionaria in Brasile, con Nuovi Orizzonti, in un mio articolo sull’Osservatore Romano
FINISCONO LE POESIE
Libri di scuola sbertucciati negli scatoloni
Vecchie canzoni che stornelli solo tu
Pure gli amori se ne sono andati via
E le figurine di una piazza nessuno colleziona più
Ritagli di giornale nella mente, offuscata di sigarette altrui
e ore nel sonno, di sonno perse.
Potrei ricordare altro, se altri avessero uguale desiderio.
E camminare ancora, ma l’àncora mai gettata
è ancora lì, sulla barca ondeggiante di paure
(queste sì ritrovate).
Fissi lo sguardo, assassino di troppi volti:
neanche le voci sono le stesse, silenziate
nei viali sdrucciolevoli del cimitero di paese.
I sogni diventano illeciti adesso
arruffati nei capelli radi:
parole smarrite, e mica le ritrovo
nelle tasche di taccuini e cappotti fuori moda.
Delle partite perse senza giocare
manca l’applauso finale
di tanto correre, inseguito da parole
che inseguivo.
Quando la coppia scoppia (anche per il coronavirus)
L’emergenza coronavirus nei territori: il Lazio
Nessuna pandemia fermerà la forza del Risorto
LE MALINCONIE
Le malinconie, tutte assieme:
tappo allo stomaco,
gola in fiamme che neppure la saliva
dei ricordi spegne.
Le malinconie, strane amiche:
giocano a rimpiattino,
corrono in fretta più veloci
del vento che sibila nomi e facce.
Le malinconie, assurda poesia:
versi che non scorrono,
eppure ti cantavo in rima
ed eri amore uno dopo l’altro.
Nel silenzio
di questa Quaresima –
Sabato Santo: il silenzio. Ma ho provato a far silenzio anche ieri, Venerdì Santo, sotto la Croce. E a maggior ragione lo farò domani, Pasqua, vittoria della gioia. Ecco perché mi fermo qui in questi piccoli pensieri di Quaresima: per cercare di fare Quaresima ogni giorno, anche oltre Pasqua, nel silenzio.
Emergenza poveri: i buoni esempi dai territori
Spezzare il pane (per dire: ti voglio bene)
di questa Quaresima –
“Ne vuoi un pezzo?”. Quante volte abbiamo ripetuto questa domanda, noi con un pezzo di pane in mano, l’amico davanti a mani vuote. Non è mai stato un gesto per sfamare l’altro (che semplicemente non aveva un panino a portata di mano) ma per dirgli: ecco, ti voglio bene, ti faccio parte del mio pane perché ti voglio bene, perché sei importante per me.
Anche i discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nello spezzare il pane. No, non dobbiamo avere la stessa presunzione, per carità. Ma spezzare il pane per l’amico, dirgli: ti voglio bene, questo sì che si più fare.
Speranza di felicità
di questa Quaresima –
Nel film-capolavoro “Uomini di Dio”, una ragazza musulmana chiede al vecchio frate medico padre Luc di spiegarle come si capisce quando arriva l’amore. E il monaco trappista le racconta di un qualcosa che prende dentro, di una felicità improvvisa, ma poi precisa: “E’ speranza di felicità”.
Ecco, è questa la speranza di cui abbiamo bisogno oggi e nei tempi a venire. Forse l’unica speranza che è lì ad aspettarci, per non deluderci mai. Proprio come la felicità.