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Igor Traboni - Giornalista per passione (e un po' anche per necessità)

Don Giussani e beato Rolando Rivi, messaggi incrociati

I messaggi, di pace e di unione universale, si intrecciano tra le figure del servo di Dio don Luigi Giussani. fondatore di Comunione e Liberazione, e del beato Rolando Rivi, il seminarista di 14 anni ucciso dai partigiani comunisti. Legami evidenziati da un libro scritto da Massimo Camisasca, Ambrogio Pisoni ed Emilio Bonicelli che recensisco su Avvenire di oggi.

Lavoro nero e braccianti sfruttati come schiavi

Oggi su Avvenire (sul quotidiano in edicola e sul sito) racconto di come niente è cambiato dopo la morte, un anno fa a Latina, di un giovane bracciante agricolo indiano, stritolato da un macchinario mentre lavorava nei campi e poi abbandonato davanti all’ospedale e deceduto dopo due giorni di agonia. Piaga del lavoro nero e del caporalato sempre più diffusa anche nel Fucino, in Abruzzo, di cui scrivo sempre oggi

“Laudato sì” e la gente del mare

Dieci anni di “Laudato sì” di papa Francesco e una cura del Creato e della casa comune che passa anche attraverso il mare e la sua gente. Ne parla Gianrico Ruzza, vescovo delle diocesi “marinare” di Civitavecchia-Tarquinia e Porto-Santa Rufina e delegato dell’Apostolato del mare. Nel mio articolo sull’Osservatore Romano di oggi.

VENERDì SANTO – GIOCARSELA AI DADI (LA SPERANZA)

Credo che oggi nessuno più giochi ai dadi, forse neanche i bambini, come facevamo invece noi con i pomeriggi dopo i compiti passati sul tabellone del gioco dell’oca. Ma è proprio con i dadi che è iniziata la gran parte delle miserie di noi uomini: la tunica di Cristo, avviato alla croce, se la giocarono ai dadi. Duemila anni dopo non abbiamo smesso di farlo, di stracciare le vesti di Cristo, di metterlo in Croce. Di giocarci ai dadi della vita la speranza e l’amore.

Giovedì Santo – Lavare i piedi a quelli dell’ultimo banco…

Diverse volte, soprattutto quando a Messa c’è tanta gente, mi è capitato di pensare: adesso arriva Gesù e si mette a lavare i piedi a tutti, per farci capire la forza dell’umiltà e di come questa sia la strada per l’amore. Immagino incominci dai bambini a lavare i piedi, cioè dai più semplici. O forse dagli anziani, che tante ne hanno viste. O magari dai malati, che di una carezza hanno sempre bisogno. Ma poi mi dico invece inizierà piuttosto da quelli seduti agli ultimi banchi della chiesa, che stanno lì per non farsi notare, che non hanno bisogno dei primi banchi per farsi vedere (e poi magari neanche ti guardano in faccia finita la Messa). Quelli degli ultimi banchi, fateci caso, sono quelli che poi si fermano spesso sul sagrato, per aspettare e salutare un po’ tutti. Perché la Messa di quelli dell’ultimo banco davvero non finisce mai (ps: un po’ casualmente, ma da quando l’ho scelto così è sempre praticamente lo stesso, il mio banco in chiesa è il penultimo di una fila. No, non sono proprio da ultimo banco).

Mercoledi’ Santo – Il filo sottile del tradimento…

Il tradimento è qualcosa di sottile, proprio come uno di quei fili sui quali vanno a posarsi gli uccelli. Solo che, fateci caso, gli uccelli poi non cadono mai da quei fili. Noi, invece, precipitiamo nei gorghi del tradimento, dell’inimicizia, del non amore, senza più un filo al quale aggrapparci, perché il nostro viene spezzato da quella sete irrefrenabile di possedere qualche moneta in più. “Uno di voi mi tradirà” è l’ultima chiamata, di questo Mercoledì Santo e di ogni giorno, che corre su quel filo. Per riannodare il quale basterebbe un po’ di amore.