Mamma, ho perso l’aereo (con i giornali)

Fino a non molto tempo fa, ogni volta che prendevo l’aereo chiedevo un posto in fondo. Non per motivi di sicurezza (se un aereo cade, non ti salvi comunque) ma perché poi, nello scendere, guardavo sui sedili oramai vuoti, nelle rastrelliere dove di solito mettono il depliant con le informazioni, perfino nelle cappelliere lasciate aperte… Il tutto per trovare dei quotidiani che i viaggiatori lasciavano dopo averl lietti in aereo; giornali spesso di altre città che nella mia non arrivavano, o anche stranieri. La “pesca” era sempre pressoché miracolosa, con decine di quotidiani che ogni volta raccattavo.

Ebbene, in questi giorni ho viaggiato due volte in aereo, con almeno altre 300 persone, e ho fatto la stessa cosa. Quotidiani raccolti? 0 (zero).

Ps: anni fa, con mia moglie facemmo un viaggio in Polonia. Perdemmo la coincidenza di mezzogiorno da Varsavia a Wroclaw, ma c’era un altro aereo alla sera tardi, solo che la compagnia area polacca non volle farci salire perché i posti liberi – che pure ancora c’erano disponibili –  in realtà erano occupati dai quotidiani da portare fin lì. E tutti quei giornali nella stiva non ci stavano.

La malattia vissuta con la Fede

Sei mesi fa Tiziana ha scritto questo articolo per il giornalino della parrocchia del Sacro Cuore, parlando della scoperta della sua malattia, di come la stava affrontando, di come avrebbe ancora voluto affrontarla, della speranza ma soprattutto della Fede che nutriva. Non è un “testamento”, ma mi permetto di offrirlo a chi vorrà leggerlo: sono parole semplici (mi aveva chiesto di correggerlo “altrimenti che ce l’ho a fare un marito giornalista?” e ho fatto finta di modificarlo, ma in realtà non ho cambiato neppure una virgola) come straordinariamente semplice era lei. Grazie.