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Igor Traboni - Giornalista per passione (e un po' anche per necessità)

L’acqua che non disseta

di questa Quaresima –

Mi è accaduto davvero tantissime notti fa, ma spesso il pensiero mi torna in mente anche di giorno, come un incubo a occhi aperti: mi sveglio in piena notte, gola e labbra secche, un’arsura incredibile. Vado in cucina, prendo il bicchiere e mando tutto giù, ma non provo alcun sollievo. In realtà, forse per il sonno, non avevo messo neanche un goccio d’acqua nel bicchiere. Ecco, allora ho provato cosa vuol dire “l’acqua che non disseta”. E purtroppo, ne sono pieni i pozzi attorno a noi.

Il rifugio (con l’amico del cuore)

di questa Quaresima –

“Ci facciamo un rifugio?”. Quante volte abbiamo pronunciato questa frase da bambini, e poi subito a costruircelo quel rifugio: una improbabile casa sull’albero, una capanna sulle rive di un torrente, una casupola di stracci in mezzo ad un canneto. Però era tutto così bello: starsene da soli, con l’amico del cuore. Avessimo un po’ di memoria, lo ritroveremmo quell’amico. E sarebbe di nuovo un bel rifugiarsi.

Requiem aeternam

di questa Quaresima –

Probabilmente è “L’eterno riposo” la preghiera che, da bambini, si impara più tardi. Perché l’Ave Maria è un dono delle nonne, prima ancora mamme; l’Angelo di Dio un sussurro delle mamme, nei lettini ancora profumati di infanzia; il Padre nostro è un lascito delle prime Messe, anche di quelle che si andava per continuare a fare il filo alle ragazzette.

L’Eterno riposo no: lo abbiamo imparato da soli, spesso a spese nostre, davanti al legno silenzioso di una bara. Adesso, invece, quante volte la ripetiamo? Forse troppe, Signore (è anche questa è una preghiera).

Stella polare

di questa Quaresima –

La guardo ancora una volta, anche perché, digiuno come sono di astronomia, è l’unica stella che ri-conosco lassù in cielo: la stella polare.

E subito, in automatico, mi parte il ritornello di quella canzone cantata non so quante volte in Chiesa: “la stella polare Tu, la stella sicura Tu, al centro del mio cuore ci sei solo Tu…”.  E penso di aver smarrito proprio quello: il centro del cuore, la stella polare.