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Igor Traboni - Giornalista per passione (e un po' anche per necessità)

Dove siete finiti tutti?

di questa Quaresima –

C’è una scena struggente del bellissimo film “Mediterraneo”, proprio verso la fine: il tenente Montini, 40 o 50 anni dopo la  guerra, torna sull’isola greca dove era stato dimenticato assieme ad altri soldati italiani. Lì, in una Cappella, aveva dipinto anche i suoi soldati. Lo ritrova quel posto e, tra le pareti scrostate, ritrova anche i suoi ragazzi di allora e si chiede, e chiede al Cielo: <Dove siete finiti tutti?>.

Ecco, in questi giorni – che ovviamente non sono di guerra. Che comunque di sicuro rivedremo i nostri cari, amici compresi, che dopotutto stanno ad un palmo di naso da noi – è quella scena che mi torna spesso in mente.

<Dove siete finiti tutti?> lo chiedo anche agli amici delle piccole cose (un caffè, una partita, una chiacchierata), ai parenti forse mai troppo “visitati”, ai colleghi e agli ex colleghi. Vi prego, non finite anche voi sui muri scrostati di un vecchio dipinto: ho paura che non saprei come riconoscervi.

 

Incominciamento

di questa Quaresima –

Giovedì Santo, Venerdì Santo, Sabato Santo…: la Settimana Santa la identifichiamo spesso solo con queste giornate. E poi la Pasqua. Eppure tutto ha inizio con la giornata di oggi, Lunedì Santo. E’ l’incominciamento, quell’inizio senza il quale la pietra resterebbe sul sepolcro. E sui nostri cuori.

 

Chiesa domestica

di questa Quaresima –

<La famiglia è una piccola chiesa domestica>. Quante volte, noi che bazzicchiamo di “cose di chiesa”, ripetiamo questa frase. Talvolta verso altri, spesso per convincere noi stessi che è ancora così. Era una delle mie frasi-spiegazioni preferite quando facevo il catechista, ma era facile: succedeva trent’anni fa, e allora c’era davvero questo senso della famiglia e parlavi a bambini che a casa avevano papà e mamma (uomo e donna, come Dio li creò), due o più fratelli, spesso i nonni sotto lo stesso tetto. Adesso divorzi, separazioni, convivenze effimere, figli unici.

Che nostalgia di quella piccola chiesa… Oggi però, davanti alla tv per la Messa, ci siamo riuniti come famiglia: è stato bello, carico di silenzio complice. Una piccolissima chiesa, ma ancora con tanto da dire e, forse, da dare.

A preparare le Palme

di questa Quaresima –

Noi ragazzi andavano di buon mattino in parrocchia, alla Domenica delle Palme: bisognava preparare una marea di rami d’ulivo, tagliarli per bene, metterli in tanti scatoloni all’ingresso e dentro, in modo che ogni fedele potesse prenderli. Poi si restava fino a tardi, ben oltre l’ora di pranzo, per ripulire la chiesa e il cortile dove il parroco aveva benedetto i rami d’ulivo. Ecco, ho nostalgia di quei tempi. E non solo perché in questo tempo non potremmo alzare il ramo d’ulivo a raccogliere la benedizione.

 

Semplicità

di questa Quaresima –

Oggi in tanti stanno avendo un pensiero per san Giovanni Paolo II, nel 15° della morte. Lo vedo, lo leggo sui social, anche da parte di persone (almeno apparentemente) “lontane”.  Sono tutti pensieri bellissimi, anche i più semplici. Anzi: soprattutto i più semplici. Perché Lui era così: di quella semplicità che entra nel cuore, e lo trasforma.

LE MALINCONIE

di questa Quaresima –

è anche la malinconia che risale e assale, e che prova a diventare poesia: questa…

LE MALINCONIE

Le malinconie, tutte assieme:

tappo allo stomaco,

gola in fiamme che neppure la saliva

dei ricordi spegne.

 

Le malinconie, strane amiche:

giocano a rimpattino,

corrono in fretta più veloci

del vento che sibila nomi e facce.

 

Le malinconie, assurda poesia:

versi che non scorrono,

eppure ti cantavo in rima

ed eri amore uno dopo l’altro.

 

L’acqua che non disseta

di questa Quaresima –

Mi è accaduto davvero tantissime notti fa, ma spesso il pensiero mi torna in mente anche di giorno, come un incubo a occhi aperti: mi sveglio in piena notte, gola e labbra secche, un’arsura incredibile. Vado in cucina, prendo il bicchiere e mando tutto giù, ma non provo alcun sollievo. In realtà, forse per il sonno, non avevo messo neanche un goccio d’acqua nel bicchiere. Ecco, allora ho provato cosa vuol dire “l’acqua che non disseta”. E purtroppo, ne sono pieni i pozzi attorno a noi.