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Igor Traboni - Giornalista per passione (e un po' anche per necessità)

La solita minestra: offendere Frosinone e i ciociari (ma avete davvero rotto le scatole)

Sull’edizione di oggi de “Il Fatto quotidiano”, organo di stampa notoriamente vicino ai 5 stelle, Antonio Padellaro firma un corsivetto che in prima pagina viene richiamato con un “Siamo russi o ciociari?”, mentre a pagina 13 il titolo preciso e compiuto è: “Metti ‘Guerre stellari’ a Frosinone”. La vicenda è quella ben nota dell’impiegato dal cui computer i pirati informatici hanno rubato i dati della Regione Lazio; l’impiegato in questione è di Frosinone e lavora nella sede che la Regione Lazio ha per l’appunto nel capoluogo ciociaro. Al “Fatto” basta e avanza per ricamarci su con una miscellanea di prese in giro dei frusinati (immagino che al giornale di Travaglio, Conte e Grillo sappiano che gli abitanti di Frosinone si chiamano così) e dei ciociari. Una serie di offese a cui noi frusinati e ciociari siamo un po’ abituati (grosso modo dai tempi di Lando Buzzanca e Delia Scala a ‘Canzonissima’) anche se non ci abitueremo mai. E, soprattutto, fa specie che cadano nel solito giochetto anche professionisti come Padellaro. Ma, chissà, forse è un ordine del movimento-partito quello di sparare sul ciociaro: in Rete gira ancora un video in cui Beppe Grillo offende Frosinone senza ritegno, per una pagina tra le più demenziali della sua demenziale “carriera” politica. Ora passiamo però dal padellaro alla brace (scusate, non avrei voluto fare questa pessima battuta, ma ogni tanto ci sta il rendere pan per focaccia). Cosa che ovviamente non sarebbe accaduta se il povero impiegato fosse stato di Vittorio Veneto o Reggio nell’Emilia e neppure di Volturara Appula, il cui nome pure fa un po’ sorridere, ma che ovviamente non si può dire perché patria dell’Inarrivabile prof. ex presidente del Consiglio, non propriamente e non ancora un Cicerone o un Tommaso d’Aquino, ma sul blog delle stelle si stanno attrezzando.

Certo, io mi indigno (eufemismo per dire che mi girano vorticosamente le scatole) e immagino che altrettanto faranno molti miei conterranei, perfino quelli che hanno votato i grillini, eleggendone pure parlamentari e consiglieri regionali (dai quali però non mi aspetto neppure un battito di ciglia contrario, come già ai tempi del suddetto video di Grillo); mi aspetto anche una presa di posizione del sindaco di Frosinone e del presidente della Provincia, Nicola Ottaviani e Antonio Pompeo, la cui schiena diritta conosco e apprezzo da anni. Chiedere le scuse di Padellaro, invece, mi pare fatica sprecata: lui è un Grande Giornalista e io solo l’ultimo dei colleghi. Per giunta di Frosinone, Ciociaria, Italia. (Ps: e perfino con un figlio nato in Russia e orgoglioso di essere ciociaro e russo).

I NOSTRI GIORNI NEI GIORNI NOSTRI

Qui non si vede più il cielo

dei giorni nostri,

attese vane a vaneggiare estati

di amori sconfinati,

e il poco diventava tanto

a temperare matite dai colori

uno diverso dall’altro, e dalla vita.

Ragazzi perduti nei desideri

ad alitare forte

quel fiato della speranza debole,

aggrappati alla fortezza

di vita che cercava la roccia.

Sogni di cassetti tenuti aperti,

nell’aperto di un prato a farsi

rincorrere, bendati nel buio,

dalle lucciole di ansimi intermittenti.

E latrati di cani lontani,

che poi stare vicini

non era mai abbastanza.

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Ora, stracarichi di rughe e vettovaglie,

ecco l’eco dei nostri giorni

intabarrati dai ricordi,

sfumati nel fumo di tante stagioni fa.

(Luglio 2021)