Alfredino e quella tragedia che ha cambiato l’Italia

Quarant’anni fa la tragedia di Alfredino e la lezione che abbiamo imparato, con la nascita della Protezione civile ma anche della tv del dolore. Oggi su Avvenire la ricostruzione del lungo e farraginoso iter che portò proprio alla Protezione civile e un’intervista a Piero Badaloni, che per il Tg1 condusse le 60 ore di diretta da Vermicino.

SENZA MEZZERIA (nella curva dei ricordi)

Le tue storie, di fantasie

annichilite, hanno portato via

quella via che era la mia.

 

Adesso, sempre più spesso,

magari ti fermi

a prendere la rincorsa

dei ricordi.

 

L’autostop della vita

ti ha fatto scendere

alla curva senza mezzeria,

a smezzare i sentimenti altrui:

fossi di parole come ruote capace,

almeno una volta,

un muro

di nero imbratterei.

Trent’anni di Economia di comunione

Sono passati esattamente trent’anni da quando Chiara Lubich, atterrando a San Paolo del Brasile, rimase colpita dall’assurdo contrasto che si profilava dal finestrino dell’aereo: grattacieli da una parte, favelas dall’altra. Fu in quell’istante che la Lubich capì che bisognava fare qualcosa di “economico”, anche se la fondatrice del movimento dei Focolari di quella materia sapeva ben poco. Eppure nacque praticamente allora e proprio così «l’economia di comunione»…

Qui il link dove leggere il mio articolo sull’Osservatore Romano del 2 giugno:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-06/quo-123/economia-di-comunione.html

Belazik, un progetto culturale tra Africa ed Europa

Chissà se Chiara Lubich avrebbe mai immaginato l’economia di comunione perfino in uno studio di registrazione, tra buona musica, dischi e jingle pubblicitari. Eppure è proprio quello che sta accadendo lungo l’asse Congo-Francia-Belgio…

Qui il link dove leggere il mio articolo sull’Osservatore Romano dl 2 giugno: https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-06/quo-123/belazik-un-progetto-culturale-tra-africa-e-europa.html

Dal Brasile, dove tutto è iniziato

 

Non poteva non arrivare dal Brasile, dove tutto è iniziato nel 1991 grazie all’intuizione di Chiara Lubich e dove a San Paolo è sorto il primo Polo di economia di comunione, una delle testimonianze più sentite tra quelle rese nel corso del collegamento internazionale con Loppiano.

Qui il link dove leggere il mio articolo sull’Osservatore Romano del 2 giugno 2021:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-06/quo-123/testimonianza-dal-brasile-br-dove-tutto-e-iniziato.html

 

Camminando con Polito, perché un paese ci vuole

Da Norcia a Montecassino, sulle orme di Benedetto. E’ il tragitto compiuto da Antonio Polito, vice direttore del Corriere della Sera, narrato – e non solo raccontato – nel bellissimo “Le regole del cammino. In viaggio verso il tempo che ci attende”, edito da Marsilio. Il viaggio di Polito e di alcuni suoi amici non è solo materiale, fatto di fatica, discese e ascese. E neppure solo spirituale, anche se ogni pietra parla di Benedetto. Questo viaggio così raccontato è introspettivo, nella migliore accezione del termine: è il cammino che ognuno di noi dovrebbe fare, per scoprire e scoprirsi (forse anche un po’ migliori).

E’ un viaggio dentro i paradossi del nostro tempo, laddove la frugalità, ad esempio, la scambiamo per una dieta. O dove il giusto rispetto per l’ambiente viene barattato con quello che Polito chiama <fondamentalismo da khmer rossi>. Le pagine di questo libro ci portano anche nei paesi e nei luoghi che sappiamo nostri, ma che magari non conosciamo (e neppure riconosciamo) abbastanza: Trevi nel Lazio, Trisulti, Casamari, Veroli, fino al borgo natale della famiglia, ai piedi di Montecassino, che l’Autore frequentò da bambino.

<Fermarsi nei paesi, soprattutto in quelli più piccoli, suscita immancabilmente in me una specie di nostalgia all’incontrario: accende il desiderio, quasi struggente, di un’altra vita che non ho mai avuto (…)Di sicuro mi dà gioia fermarmi. Anzi, direi quasi che cammino per poterlo fare>, scrive Polito in uno dei capitoli più belli, introdotto da una frase di Cesare Pavese: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”.

(Questo articolo è stato pubblicato nel numero di maggio di “Anagni-Alatri Uno”, mensile della diocesi di Anagni-Alatri)