SILENZI IN VIAGGIO

Quanti sguardi

stringono i silenzi:

per parlare (un po’

sognare, dire e non dire)

dovrei trovarti:

allora viaggio (è il

viaggiatore che fa il viaggio)

fino all’estremo

del mio corpo

(dove i piedi corrono)

fino allo stremo

d’un sentimento

cullato invano

(da piccolo nessuno mi cullava).

Un pensiero su “SILENZI IN VIAGGIO”

  1. … non ci si lasci ingannare dall’apparente semplicità del linguaggio. È la capriola della clausola finale (non a caso posta tra parentesi) che offre la chiave dell’incanto che questi versi suscitano. Il viaggio come scoperta dello scambio emotivo-sentimentale, come un cullarsi (cullare sé) tra l’assenza e la presenza… Ancora bravo, Igor!

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