Giovanni Paolo I e altri muri da abbattere

Quarant’anni fa Albino Luciani veniva eletto pontefice e la Chiesa riceveva in dono Giovanni Paolo I.

Il Papa della semplicità, che in quei pochi giorni preparò la strada (e solo Dio sa quali sono le strade giuste e da percorrere, altro che tutte le assurde dietrologie dietro quella morte) al successore, che non a caso volle dare continuità a quel fare affabile, scegliendo il nome di Giovanni Paolo II.

Ho come nelle orecchie ancora il rintocco mesto delle campane del paese dove andavo a scuola, per annunziare poi la nascita al Cielo del Papa. E le lacrime a rigare il volto di una professoressa in aula a ridarne l’annuncio. Quando ancora a scuola si poteva professare una Fede, ma questo è un altro discorso… O forse no: abbiamo bisogno di aggrapparci a figure come quella di Giovanni Paolo I, ai suoi scritti, al suo operato, per ritrovare tutti quei Valori smarriti dalla società e nella società, e provare a rifondare questo tessuto poi lacerato da tante idiozie para-ideologiche, e far così cadere altri muri. Anche per questo, ogni sera – e da tempo – prima di addormentarmi prego anche Giovanni Paolo I. Santo subito, da sempre.

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